Il ritorno

Con sommo ritorno, ritorna il Festival degli Sbuffoni alla sua ventesima tappa. L’evento, ideato da (b)ananartista e patrocinato da Rete Arte, approda al C.I.Q. di Milano con una line-up di artisti ed ensemble di portata internazionale. Ed è con sommo ritorno che tornerò a partecipare a questo storico evento. Che l’ebbrezza sia con noi!

AGGIORNAMENTO

Per cause di forza maggiore l’inizio dell’evento è posticipato alle ore 15 di sabato 20 aprile 2024.

Corrente

Troppo intensa l’immagine di aprile. La luce accecante, la boscaglia infestata di rumori, il ronzio impressionante degli insetti. Il cielo è opaco, le nubi masse gialle.
Rievoco, costruisco un ricordo insostenibile, e poi lo inabisso. La mosca carnaria fissa in ogni direzione con gli occhi composti. E’ impossibile addentrarsi in queste cose.
Ci sono opere così belle che possono fare prigionieri. Quante volte il paradiso è diventato inferno?

Si può stare ancora al sole, disegnare l’estate che potrebbe arrivare. Dopo pranzo si va al fiume per lavare l’angoscia, riposare mezz’ora.
Facciamo finta che il vero sia vero, e il falso non sia – ne avresti conforto?
Immagina queste foto tra vent’anni, l’inevitabile nostalgia per le crisi passate, e il distacco da ciò che eri.

Quel pomeriggio il vento sospingeva i fiocchi dei soffioni sulle acque, contro la corrente, come i ricordi nei giorni di riposo e di distanza.
C’è una bellezza formale nella malinconia e nella solitudine. Questo vagare, la sua ricerca, non ti porterà alla bellezza.
Filosofia è il nome dell’apocalisse.

* * *

Foto e testo full color, 2012-2012

Un mausoleo

Ho costruito un sito web,
un mausoleo
fatto per durare
al mutare delle tecniche
nel mare dei tempi.
L’ho composto battendo i codici
uno dopo l’altro
nel campo bianco
di un blocco note.
Semplici codici
in ogni pagina,
ciascuna pagina
in tutto autonoma.
Ci ho messo tutto,
ogni cosa che ho fatto
e non ho serbato.
Così mi piaceva.

Non sopravviverà
al mio tempo,
quando non potrò
più pagare
per il rinnovo
del suo dominio.
Il monumento che ho costruito
è un mausoleo
soggetto a morte
per un artista vivo,
che ha composto un mausoleo
per un artista in vita
e senza fama
postuma
da un mausoleo.

* * *

JPEG autofocus, batteria 21%

Visita il mio mausoleo:
www.unartistaminimalista.com

Spiegazioni

Non avendo mai vissuto a Bucarest per anni ed anni, non dirò nulla sulla capitale della Romania, e tanto meno su argomenti come la Bulgaria o il sufismo, che c’entrano ancora meno con le cose che conosco.
Parlerò invece di me, che sono un progetto nato da un’idea. Io sono ambiguo1, e l’articolo che sto scrivendo, e che il lettore leggerà quando sarà finito, specificherà chiaramente2 l’ambiguità di questo blog, con tutti i significati ambigui che si possono dare all’aggettivo ambiguo. Ciò non dovrebbe stupire, anzi potrebbe sembrare affatto banale, ma che ci possiamo fare? L’arte, bella o brutta che sia, non è un manuale di istruzioni, e neanche volendo3, neanche se si muovesse da un’idea precisa, percorrendo binari prestabiliti, potrebbe essere univoca o didascalica. Provandoci, potrebbe invece diventare noiosa, se non molesta. Noi4 non lo vogliamo, perché apprezziamo le sottigliezze e il mistero della visione e della parola. Senza per questo crogiolarsi in sofismi o trite provocazioni, occultando i più importanti ideali democratici (liberté, egalité, etc.5).
Chi si trovasse a leggere gli articoli di questo blog, sappia perciò che leggendo una cosa, a volte ne legge anche un’altra, a volte contraria, ma non è detto, essendoci ambiguità6. Di spiegazioni il lettore non è mai sazio, inutile quindi continuare a rifocillarlo: chiederà sempre dell’altro, lamentandosi per ciò che non ha.
E con questo vi saluto per sempre, fino alla prossima avventura.

* * *

1 Sono un progetto artistico, non una dichiarazione di intenti. Ci siamo?
2 Per quanto possibile
3 Lo si vuole?
4 Ma noi chi?
5 Scusate le parolacce, è per tenervi svegli.
6 Avete mai sentito parlare di poesia, metafore, non-sense?

* * *

Pillole

Non mi piace quell’idea che gira, secondo cui la realtà sarebbe una simulazione creata da esseri iperpotenti. Soprattutto non mi appassiona l’idea di una spiegazione. Preferirei una realtà indeterminata, di infinita profondità.

E chi sarebbero codesti creatori? Egoisti scienziati? Filosofi privi di umorismo? Onniscenti idioti, o divinità insondabili? Sceglierei l’ultima, se proprio dovessi, ma in questo scenario saremmo prigionieri di entità non necessariamente migliori di noi; sarebbe meno opprimente una simulazione senza bisogno di origine, fine o intenzione, penso. Ciò potrei crederlo, forse.
Potrebbe tutto non essere, ma apparire. Si può anche rifiutarlo, ma perché farlo? In fondo, la realtà non è che simulazione, al livello più basilare. E’ fatta di percezione più che materia, per quanto si può sapere. Conosciamo la rappresentazione, non l’oggetto. La realtà è, o è anche, creazione di chi osserva, e chi osserva è per forza creatore. Per contro, senza osservazione non esiste l’osservatore. Non solo l’osservazione definisce il creatore, essa lo crea.

La realtà non è reale come sembra, e crea il suo creatore. Giusto?

Perciò, se anche vivessimo in una simulazione informatica, se la osservassimo, l’avremmo creata noi (io). E se qualche tedioso programmatore immortale passa le sue serate a spiarci con una birra in mano, l’abbiamo creato noi (io). Quindi veda di non fare tanto il fico, o qualcuno lo increa.

Carissim* nerds della rete, così è, oggi. Grazie di crearmi, vi creo tanto anch’io.

* * *

Fotografie originali 2010, non puoi guardarle senza consenso scritto

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