Pillole

Non mi piace quell’idea che gira, secondo cui la realtà sarebbe una simulazione creata da esseri iperpotenti. Soprattutto non mi appassiona l’idea di una spiegazione. Preferirei una realtà indeterminata, di infinita profondità.

E chi sarebbero codesti creatori? Egoisti scienziati? Filosofi privi di umorismo? Onniscenti idioti, o divinità insondabili? Sceglierei l’ultima, se proprio dovessi, ma in questo scenario saremmo prigionieri di entità non necessariamente migliori di noi; sarebbe meno opprimente una simulazione senza bisogno di origine, fine o intenzione, penso. Ciò potrei crederlo, forse.
Potrebbe tutto non essere, ma apparire. Si può anche rifiutarlo, ma perché farlo? In fondo, la realtà non è che simulazione, al livello più basilare. E’ fatta di percezione più che materia, per quanto si può sapere. Conosciamo la rappresentazione, non l’oggetto. La realtà è, o è anche, creazione di chi osserva, e chi osserva è per forza creatore. Per contro, senza osservazione non esiste l’osservatore. Non solo l’osservazione definisce il creatore, essa lo crea.

La realtà non è reale come sembra, e crea il suo creatore. Giusto?

Perciò, se anche vivessimo in una simulazione informatica, se la osservassimo, l’avremmo creata noi (io). E se qualche tedioso programmatore immortale passa le sue serate a spiarci con una birra in mano, l’abbiamo creato noi (io). Quindi veda di non fare tanto il fico, o qualcuno lo increa.

Carissim* nerds della rete, così è, oggi. Grazie di crearmi, vi creo tanto anch’io.

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Fotografie originali 2010, non puoi guardarle senza consenso scritto

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