Dissolti in verbo

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La fede crea l’oggetto della fede. Io mi creo.
Avrei fatto meglio a lavorare questo pomeriggio; invece sono a casa. Il profeta non si è mai ammazzato di lavoro, ma aveva i suoi discepoli a distrarlo.
Mi alzo. Mi appoggio al davanzale. L’inverno ha perso la sua durezza purificatrice. Due ragazze si annusano come cani. Poi arriva una macchina rossa. Mi accontenterei di essere inattaccabile.
Accendo la radio e la sequenza si ripete. Un emisfero si spegne; dall’alto la cortina del buio. Non ero preparato a tutto questo godimento.

Sotto il coperchio l’orizzonte è giallo come un tuorlo. Rami secchi intercettano gocce d’acqua. La corrente cristallizza e mi rende impaziente.
La questione morale vi fa cadere l’uccello. Ho sempre pensato che sarei morto in modo ridicolo, ma posso cambiare idea. Dopo la morte la vita continua su internet.

Parole smottano. Macigni cadono a valle.
Il rombo perturba l’istante. Si prolunga nell’eco del giorno.
Tra di noi è sceso il futuro.

Travagliato 2010

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